lunedì 28 luglio 2008

Sampei, un gioiellino dell'animazione anni '80.

E' facile che, chi come me è nato negli anni '80, sia cresciuto a pane e cartoni e nella fattispecie tali cartoni erano L'Uomo Tigre, Ken il Guerriero, Galaxy Express 999, Holly e Benji, Gigi la Trottola, Yattaman, Calendar Man, Sampei e molti altri (ebbene sì, guardavo e apprezzavo quasi soltanto cartoni da maschi, per quanto non disdegnassi completamente il filone majokko). Proprio di quest'ultimo vorrei parlarvi oggi, chi non ricorda le avventure del ragazzino pescatore capace di pescare l'impossibile, come dicevano anche i Rocket Horse nella mitica canzone della sigla?xD

L'altro giorno vagavo tra gli scaffali della mia fumetteria di fiducia e mi sono imbattuta nella serie animata di Sampei che, finalmente, è uscita raccolta in DVD ad opera della Yamato Video (Santa subito!!!) Il fatto che fosse una loro produzione mi ha tranquillizzato sulla qualità, così ho subito acquistato il primo cofanetto contenente 3 DVD, per un totale di ben 15 episodi, al modico costo di 36€ (in realtà del prezzo non me ne fregava nulla, l'avrei comprato per qualunque cifra xD)
La serie si comporrà di 7 cofanetti (finora ne sono usciti soltanto i primi 5), sempre da 3 dischi ciascuno, che raccoglieranno tutti i 109 episodi dell'anime. L'audio disponibile è in italiano e in giapponese con sottotitoli in italiano...la voce originale di Sampei non mi piace molto, è troppo acuta e squillante e perciò preferisco quella italiana, anche se forse è un pò troppo da adulto per un ragazzino di 13 anni.
Questo qui sotto è il primo cofanetto:

A questo punto, si rende necessario un discorsino sui nomi dei protagonisti, che in giapponese sono pregni di significato...purtroppo nella traduzione questi bellissimi particolari vengono sempre persi.

Sampei, il cui titolo originale è Tsurikichi Sanpei 釣りキチ三平 (tradotto significa più o meno "Sanpei dalla pesca fortunata") è una vecchia gloria che non ha bisogno di presentazioni, se non lo ricordate semplicemente siete troppo giovani! Non vi dico l'emozione che ho provato quando ho riascoltato per la prima volta dopo anni e anni la sigla italiana, roba da avere i lucciconi agli occhi...guardare questo anime adesso per me rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato, e mi fa notare e apprezzare particolari che ovviamente mi sfuggivano quando lo seguivo da piccola, come ad esempio il nome del protagonista. I DVD contengono come extra anche le sigle originali giapponesi, che è stata la prima cosa che ho guardato appena inserito il disco nel lettore e poco dopo sullo schermo, insieme alle note di una sconosciuta ma orecchiabile canzone, è apparso il suo nome in ideogrammi, che si scrive con il kanji del numero tre 三, letto "SAN", e quest'altro 平, letto "HEI" (ma che per esigenze fonetiche si converte in "PEI") che significa parità o pace. Si riferisce forse al fatto che i pescatori necessitano di pace e tranquillità per pescare, così che potrebbe essere interpretato come "pace al cubo"(xD)? In realtà, penso che simboleggi il fatto che Sanpei è il terzo della sua generazione ad essere pescatore, e tra un attimo spiegherò perchè.

In teoria, il nome esatto si scriverebbe SaNpei, e non SaMpei, dato che in giapponese la M come suono isolato non esiste, è presente solo la N con questa caratteristica; però, sempre per le stesse ragioni fonetiche per cui una H può diventare una P se posposta a certe lettere, anche una N può diventare una M, facilitando così la pronuncia (per cui nessuna delle due opzioni è errata).

Una curiosità sul cognome, che si scrive in modo identico al nome, ovvero 三平, ma si pronuncia MIHIRA (e non Nihira come è noto in Italia, anche se tecnicamente non è inesatto, visto che NI è una delle possibili letture di 三); MI e HIRA sono semplicemente modi diversi di leggere gli stessi ideogrammi (vi ricordo che ogni kanji ne ha minimo due). Insomma ha il nome uguale al cognome!

Tornando al discorso dei numeri insiti nei kanji dei nomi, il nonno, il mitico Ippei Mihira, si scrive così 一平 三平. Il kanji 一 significa "numero uno, primo". In effetti, essendo il nonno di Sampei, è il primo della sua famiglia in ordine di anzianità, e Sampei, in quanto discendente più giovane, è contraddistinto dal numero tre presente nel kanji del suo nome; diviene a questo punto chiaro che l'autore vuole sottolineare le tre generazioni di pescatori della famiglia Mihira, e sarebbe logico che suo padre avesse un nome con un due al suo interno, ma così non è, perchè si chiama Taira 平...ad ogni modo, i kanji che ricorrono sono sempre i soliti xD

Riassumendo, l'ideogramma 平 ha le seguenti letture (ben 6 in totale):

Lettura On: へい (hei), ひょう (hyō), べん (ben)
Lettura Kun: たいら (taira), ひら (hira), ひらたい (hiratai)

Non c'è che dire, l'autore aveva solo l'imbarazzo della scelta, con tutte queste pronunce differenti xD

Terminati gli sproloqui sui kanji, che mi intortano sempre un casino, passiamo a parlare delle sigle originali a cui ho già accennato prima. Ebbene, sono MAGNIFICHE, in particolare quella di chiusura, troppo simpatica! Quella di apertura ha il classico stile delle sigle degli anime di quegli anni, cantate da una voce maschile tonante e profonda.

Giusto per far scendere qualche lacrimuccia anche a voi in memoria dei vecchi tempi in cui, ancora bambini ignari e spensierati, guardavate beati questo cartone, ecco qui la sigla italiana:

Tanto lo so che nessuno se l'è mai dimenticata!^^
Qui invece la opening giapponese, Wakaki Tabibito 若き旅人 di MoJo:

E qui infine la spassosissima ending, Ore wa tsurikichi Sanpei da 俺は釣りキチ三平だ sempre di MoJo (vedrete, non riuscirete più a fare a meno di ascoltarla):

Potevo io esimermi dal traslitterare il testo? Ovviamente no, per cui ecco qui:

「俺は釣りキチ三平だ」
「ORE WA TSURIKICHI SANPEI DA」

俺は釣キチ 三平だ Ore wa tsurikichi Sanpei da
竿を握らしゃ 日本一の sao wo nigirasha nippon'ichi no
腕と度胸で 大物ねらい ude to dokyode oomono nerai
なにくそ 嵐 なにくそ 孤独 nani kuso arashi nani kuso kodoku
地球の魚と戦うぞ chikyuu no sakana to tatakauzo
知恵と勇気じゃ負けはせぬ chie to yuuki ja make hasenu
まけるな 男 まけるな三平 makeru na otoko makeru na Sanpei
宇宙と自然に いだかれて uchuu to shizen niidakarete
明日のしあわせ 釣りあげろ ashita no shiawase tsuri agero

domenica 27 luglio 2008

Come intamarrare il pc.

Tra gli sfizi tecnologici che, come vi dicevo qualche post fa, ci siamo tolti in Giappone figura anche un kawaiissimo mini computer portatile scelto in una graziosa tonalità di rosa porcello, ovvero l'Asus Eeepc 701 che esiste anche da noi ma, manco a dirlo, costa di più. L'abbiamo preso dal solito Yodobashi pagandolo ¥48,800 (circa 288€ contro i 329€ a cui si vende attualmente qui); per farvi capire il grado di conoscenza delle lingue straniere in Giappone vi dico solo che per chiedere alcune informazioni siamo dovuti ricorrere al traduttore simultaneo online di Altavista, messo a disposizione dal pc di un addetto del negozio, dato che nessuno là dentro parlava inglese (tanto per cambiare) e io non conoscevo i termini giusti per chiedere specifiche tecniche in giapponese. E' sufficiente un adattatore per la presa elettrica per poterlo usare in Italia e non occorre neanche un trasformatore poichè funziona anche col nostro voltaggio.

E' un gioiellino, un vero computer da borsetta; lo schermino è da 7 pollici, il design è compatto, è disponibile in 4 diversi colori per l'Italia e 5 per il Giappone, si avvia in un nanosecondo e finora non mi si è mai piantato, ha 4 Gb di memoria (ma è possibile aumentarli e aggiungere/salvare nuovi dati intercambiando le memory cards), la webcam da 1,3 MegaPixel è integrata e il modem per la connessione Wi-Fi è anch'esso integrato, oltre naturalmente ad essere già predisposto per la connessione LAN. Il sistema operativo è Windows Xp nella sua versione giapponese, che non è così difficile da capire visto che ti puoi aiutare con le icone e la posizione delle scritte che chiaramente sono uguali...se si ricorda a memoria la loro collocazione e si mastica un minimo della lingua non si hanno praticamente problemi di sorta.

Fare click QUI per aprire il .pdf e conoscere le specifiche tecniche, i colori ed i prezzi in cui è venduto in Italia. In Giappone oltre ai colori presenti in questo listino c'è in più l'azzurro, cliccare QUI per vedere la pagina nipponica dedicata a questo prodotto.

Ma veniamo ora al titolo del post, perchè "intamarrare" il pc? Semplice, perchè in Giappone c'è un vero e proprio culto per le decalcomanie! Sono davvero dei fanatici e per loro è normale usarle per abbellirci il cellulare, la macchina fotografica, il Nintendo DS, l'I-Pod o il computer; negozi come lo Yamashiroya a Ueno o il KiddyLand ad Harajuku, per citarne due fra i più noti e ben forniti, sono letteralmente pieni zeppi di bellissime decalcomanie da applicare su qualsiasi apparecchio elettronico capiti a tiro. Io, non potendo pacchianizzare il cellulare, ho scelto come "vittima" il mio nuovo computerino, determinata a coprirne ogni centimetro libero disponibile^^

Ecco qui sotto alcuni esempi di ciò di cui parlo (cliccate sopra le foto per ingrandirle); questi che si possono vedere sono dei finti cellulari decorati con le decalcomanie in vendita allo Yamashiroya, e servono per mostrare ai clienti l'uso che se ne può fare. Pacchiani o no, io trovo che siano quasi delle piccole opere d'arte, anche perchè si possono personalizzare come si preferisce creando mille combinazioni e stili differenti, dando sfogo alla propria creatività^^
Le decalcomanie sono più sicure degli adesivi normali perchè il rischio che si stacchino è minore, dato che si incollano con un sistema simile a quello usato per applicare i finti tatuaggi sulla pelle senza però dover usare dell'acqua, e rimangono solo appena un pò in rilievo sulla superficie.



Ecco qui come si presentava il mio pc poco prima dell'acquisto:

Così invece è diventato appena due giorni dopo xD


martedì 22 luglio 2008

Le misteriose gesta dell'omino della metro.

Chiedo venia ma questo sarà l'ennesimo post monotematico incentrato sulla Tōkyō Metoro, visto che ultimamente non scrivo di altro. Ormai ho acquistato consapevolezza del fatto che non è successo come per i konbini, di cui sai fin dall'inizio che ne avrai nostalgia una volta rimpatriata; io non mi aspettavo che la metro sarebbe potuta arrivare a mancarmi così tanto e non ci avrei mai neanche lontanamente pensato, ma adesso che me ne sono resa conto, provo una malinconia indicibile T__T

Bando alle ciance, basta sentimentalismi svenevoli e passiamo subito al lato pratico di ciò che voglio raccontarvi. Una sera, dovendo recarci ad Akihabara (che novità, eravamo praticamente sempre là xD) abbiamo preso la Hibiya Line 東京地下鉄日比谷線 partendo da Higashi-Ginza, dove eravamo arrivati con la Asakusa Line da Daimon per prendere la coincidenza. Abbiamo girato questo breve video poco prima di arrivare ad Hatchōbori 八丁堀 (a 4 fermate da Akihabara) approfittando del fatto di essere finiti nella carrozza di testa, con l'accesso ad una visuale insolita per il passeggero medio, ossia il tunnel sotterraneo all'interno del quale corre la metropolitana (non che sia uno spettacolo così strabiliante, è quasi tutto buio e non si vede un granchè). La vera "chicca" sta però nei gesti che compie il macchinista in guanti bianchi: bisogna aguzzare un pò l'occhio per notarlo perchè la visuale è disturbata dal riflesso degli altri passeggeri nel vetro della cabina di comando ma, guardando con attenzione, poco prima che rimetta in moto la metro lo si vedrà compiere due cenni con la mano destra che ripeteva puntualmente ad ogni partenza (lo so perchè l'abbiamo osservato incuriositi per ben sei fermate, e non si smentiva mai).

La domanda è...ma cosa significano quei gesti? Non erano rivolti a nessuno, perchè non aveva assolutamente nessuno intorno a sè, nemmeno uno schermo video da cui magari potesse essere in collegamento visivo con qualcuno. La cosa più probabile è che fosse una specie di "rito" che era avvezzo a fare tra sè e sè, come per controllare che tutto fosse in ordine per la partenza. Vi assicuro che i due cenni erano tali e quali ad ogni fermata e a volte faceva persino un po' impressione, sembrava quasi un automa...^^;

Ad ogni modo, adoro questo video. L'essenza della metro di Tokyo vi è racchiusa, i colori, la gente, i rumori, i suoni, le voci registrate di cui dopo due giorni già inizi a ricordare qualche frase e tempo due settimane sai praticamente a memoria tutto quello che dicono...certo, dipende anche da quanto tempo si passa in metro, io mi ci sono molto affezionata perchè praticamente ci vivevamo, sempre in giro da un quartiere all'altro. Inutile dirlo, la Hibiya Line è quella che prendevamo più spesso; ecco perchè mi sono affezionata anche a questo omino, che ripeteva tutti i santi giorni e Dio solo sa quante volte al giorno gli stessi identici gesti meccanici...

lunedì 21 luglio 2008

Gli effetti della metro tokyense.

Non é raro vedere gente in metropolitana che si addormenta non appena si siede, ed é ancora meno raro vederli crollare inesorabilmente fino al punto da sembrare cadaveri gettati su un sedile che peró, appena arrivati alla fermata giusta, non si sa come, scendono dal treno animandosi e tornando alla vita in un batter d'occhio. Del resto che la metro sia soporifera é risaputo (in inverno é complice il piacevole teporino che sprigionano i sedili) e, grazie al dolce movimento sussultorio che ti culla facendoti scivolare in un attimo fra le braccia di Morfeo, potrebbe davvero essere una cura rivoluzionaria contro l'insonnia...io stessa ne ho subito i devastanti effetti ma, a differenza dei giapponesi sempre freschi e scattanti, solevo trascinarmi dietro i postumi dello stato comatoso anche una volta a terra xD

I tizi qui fotografati erano seduti di fronte a noi ed erano separati da una signora sveglia, altrimenti il ragazzo sarebbe crollato con la testa sulla spalla della ragazza, a sua volta accasciata e semisvenuta...queste sono scene all'ordine del giorno nella metro tokyense e c'é solo da sperare, se dovesse capitare, che nessuno ti sbavi sulla spalla^^;

domenica 20 luglio 2008

Hare Hare Yukai Tokyo Metoro version

Dopo la sigla in versione fermate del treno, non poteva mancare quella delle fermate della metropolitana...sempre dallo/a stesso autore/autrice, ecco qui Hare Hare Yukai in versione fermate della Hanzomon Line, che interagisce con due linee: la prima, la Tōbu Isesaki Line, collega Oshiage a Shibuya (14 fermate, coprono circa metá canzone), mentre la seconda, la Den-en-toshi Line, collega Shibuya a Chūō-Rinkan (26 fermate, ovvero il resto della sigla). Dopo Shibuya le stazioni raddoppiano e il nostro/nostra si mangia un pó le parole per riuscire a farcele stare tutte, con la conseguenza che in alcuni punti si fa fatica a capire ció che dice...comunque sia ci sto prendendo gusto con 'sta cosa, e sono felice di annunciarvi che il nostro/a si é cimentato anche con altre linee di cui parleró nei prossimi giorni (^o^)

Oshiage 押上, Kinshichō 錦糸町, Sumiyoshi 住吉, Kiyosumi-shirakawa 清澄白河, Suitengumae 水天宮前, Mitsukoshimae 三越前, Ōtemachi 大手町, Jimbōchō 神保町, Kudanshita 九段下, Hanzōmon 半蔵門, Nagatachō 永田町, Aoyama-itchōme 青山一丁目, Omotesandō 表参道, Shibuya 渋谷, Ikejiri-Ōhashi 池尻大橋, Sangen-Jaya 三軒茶屋, Komazawa-Daigaku 駒沢大学, Sakura-Shimmachi 桜新町, Yōga 用賀, Futako-Tamagawa 二子玉川, Futako-Shinchi 二子新地, Takatsu 高津, Mizonokuchi 溝の口, Kajigaya 梶が谷, Miyazakidai 宮崎台, Miyamaedaira 宮前平, Saginuma 鷺沼, Tama-Plaza たまプラーザ, Azamino あざみ野, Eda 江田, Ichigao 市が尾, Fujigaoka 藤が丘, Aobadai 青葉台, Tana 田奈, Nagatsuta 長津田, Tsukushino つくし野, Suzukakedai すずかけ台, Minami-Machida 南町田, Tsukimino つきみ野, Chūō-Rinkan 中央林間.

sabato 19 luglio 2008

Io e la PASMO Kaado.

Se vi state chiedendo quale sia l'alternativa piú comoda per usufruire della metro senza lo stress di dover fare il biglietto tutte le volte, allora attivare la PASMO Card é ció che fa al caso vostro (パスモ カード - Pasumo Kaado secondo la nota e bizzarra pronuncia anglofonizzata giapponese). Si tratta di una tessera prepagata ricaricabile, che non a caso rientra fra le Smart Card, perché intelligente lo é davvero; viene erogata direttamente dai distributori automatici dei biglietti in metropolitana (se proprio non ci si salta fuori si puó sempre chiedere ai controllori, che non negano mai un aiuto) e occorre inizialmente un deposito di ¥500 per poterla attivare. Il fondo massimo é di ¥20,000 e si puó rimpinguare con ¥1,000, ¥2,000, ¥3,000, ¥4,000, ¥5,000 o ¥10,000 alla volta, direttamente dai medesimi dispensatori di biglietti che la erogano.

Il nome é (manco a dirlo) una contrazione dei termini inglesi PASsnet e MOre; quest'ultima abbreviazione puó anche essere identificata nella particella giapponese "mo" (も) che, al pari di more, significa "anche, in piú". Il perché di tale nome é dovuto alla poliedricitá di questa carta, che puó essere usata anche sui bus, per fare la spesa o per comprare articoli venduti nei distributori automatici...ma andiamo con ordine.

La vera comoditá risiede nel fatto che, invece di inserire il quasi obsoleto bigliettino per vedersi aprire le porte del ticket gate e poter accedere all'area per prendere la metro, basta appoggiarla sull' apposito sensore che la leggerá alla velocitá della luce, detrarrá il prezzo della vostra corsa dal credito presente et voilá, porte spalancate e passaggio assicurato in mezzo nanosecondo; vi libera anche dall'incubo di sbagliare importo e dover fare il Fare Adjustment a fine corsa perché pensa lei a tutto quanto, voi non dovrete piú muovere un dito né barcamenarvi a raccattare gli spiccioli finiti immancabilmente in fondo alla borsa. Lo stesso sistema a lettura elettronica é applicabile anche agli onnipresenti distributori automatici di bevande, snack o sigarette situati sempre nell'area della stazione, permettendovi cosí di acquistare ogni sorta di articolo ivi venduto. Decisamente, possedere questa magica tesserina fa sentire davvero BIG IN JAPAN, per citare una vecchia canzone anni '80! La prima volta che ho preso coscienza dei suoi splendidi e molteplici poteri mi sono sentita quasi onnipotente, alla stregua di un semidio...si, perché oltre a poterci comprare cose dai distributori e a pagarci la metro, ci puoi anche fare la spesa nei konbini o nei negozi che espongono il logo PASMO Card, usandola proprio come una carta di credito. Credo che solo una parola sia la piú adatta per descrivere tutto ció: mitico...e una domanda mi sorge spontanea: ma quando penseremo a qualcosa di simile anche noi buzzurri italiani? Al che mi rispondo da sola, quando ci arriveremo probabilmente i giapponesi staranno giá costruendo grattacieli su Marte.
Allego foto per maggiore chiarezza (cliccateci sopra per ingrandirle):


Da qui si puó attivare la carta. Sfiorate il touch-screen in alto a sinistra dove campeggia la scritta rosa PASMO, eventualmente settate il menu in inglese e vi verrá spiegato passo per passo cosa fare (tempo stimato per ottenerla: 2 minuti).

Qui invece vediamo come si presenta il ticket gate. Avete notato quell'ovale luminoso azzurro? E' il lettore elettronico, ed é lí sopra che va appoggiata la tessera.

Questa é la mia PASMO vista fronteretro, corredata da una graziosa custodina viola (ne esistono di tutti i tipi, colori e forme). Un altro dei vantaggi é che il lettore la rileva anche se posta all'interno del portafoglio, quindi non occorre estrarla tutte le volte; ho visto gente che per passare ci appoggiava sopra addirittura il cellulare perché evidentemente esiste un sistema, di cui non sono a conoscenza, che permette di impostare il telefonino in modo che funga da PASMO...e noi stiamo ancora ad obliterare i biglietti^^;

Qui vediamo il suo uso in un distributore automatico: selezionate la bevanda desiderata, accostate la PASMO al lettore (la cifra in rosso che compare sul display luminoso é il credito residuo) ed il gioco é fatto.


Questo infine é il logo che espongono i negozi che accettano la PASMO come metodo di pagamento.

Diciamo che questo é un altro dei mezzi che ci ha permesso di abbassare considerevolmente il "livello gaijin", alla stregua del Nintendo DS; infatti fa parecchio cool estrarre la vostra bella tesserina dalla tasca (magari tutta infighettata in un portatessere apposito), appoggiarla sul lettore con nonchalance ed attraversare il ticket gate a passo sostenuto tirandosela un po' e fingendo di avere un'indicibile fretta, al pari di un vero giapponese (ma capitava che non avessimo bisogno di fare finta perché la fretta ce l'avevamo davvero, se rischiavamo di perdere la metro xD).

giovedì 17 luglio 2008

Hare Hare Yukai Tokyo train station version


Conoscete l'anime "Suzumiya Haruhi no Yūutsu" (la malinconia di Haruhi Suzumiya)"? Non mi dilungheró sulla trama perché é sufficiente cliccare sul link per conoscerla, ma vi basti sapere che in Giappone ha ottenuto un successo strepitoso ed é sulla cresta dell'onda da anni. Guardate il video qui sopra e ascoltate la canzone: si tratta della sigla di chiusura dell'anime, dal titolo Hare Hare Yukai, ハレ晴レユカイ, animata in modo davvero fluido (sto tentando invano di apprendere i passi della coreografia xD) e con una canzone veramente orecchiabile e carina (in giro per i negozi di manga e anime a Tokyo non si sente altro, ti entra proprio nel cervello, volente o nolente).

Ora guardate quest'altro video. L'autore o autrice, usando un sintetizzatore vocale per riprodurre la voce delle cantanti nel primo caso, oppure probabilmente cantando direttamente nel secondo, ha cambiato le parole originarie della canzone: ció che viene detto sono infatti tutte le 39 stazioni della Chūō-Sōbu Line di Tokyo, la linea ferroviaria che collega Mitaka a Chiba! Come ho potuto vivere sinora ignara dell'esistenza di tale perla?^^ L'ho scoperto per caso cercando un video della sigla da uppare qui sul blog, e mi sono subito prodigata a trascriverne il testo (e meno male che ci sono gli ideogrammi scritti sotto, a mo' di karaoke), cosí potrete cantarla anche voi, scommetto che non ne vedevate l'ora:


Mitaka 三鷹, Kichijōji 吉祥寺, Nishi-Ogikubo 西荻窪, Ogikubo 荻窪, Asagaya 阿佐ヶ谷, Kōenji 高円寺, Nakano 中野, Higashi-Nakano 東中野, Ōkubo 大久保, Shinjuku 新宿, Yoyogi 代々木, Sendagaya 千駄ヶ谷, Shinanomachi 信濃町, Yotsuya 四ッ谷, Ichigaya 市ヶ谷, Iidabashi 飯田橋, Suidōbashi 水道橋, Ochanomizu 御茶ノ水, Akihabara 秋葉原, Asakusabashi 浅草橋, Ryōgoku 両国, Kinshichō 錦糸町, Kameido 亀戸, Hirai 平井, Shin-Koiwa 新小岩, Koiwa 小岩, Ichikawa 市川, Motoyawata 本八幡, Shimousa-Nakayama 下総中山, Nishi-Funabashi 西船橋, Funabashi 船橋, Higashi-Funabashi 東船橋, Tsudanuma 津田沼, Makuhari-Hongō 幕張本郷, Makuhari 幕張, Shin-Kemigawa 新検見川, Inage 稲毛, Nishi-Chiba 西千葉, Chiba 千葉.


Ne esistono altre innumerevoli versioni su YouTube con miriadi di variazioni sul tema (compresi training per imparare il balletto), ma questa qui sotto é eccezionale, fatta in CG da un appassionato che ha reso le movenze dei personaggi ancora piú fluide e ha cambiato i vestiti, optando per uno stile fantasy!


martedì 15 luglio 2008

Precisazioni sull'uso del DS giapponese in Italia.

Nel precedente post sul DS ho tralasciato alcune cose importanti che é doveroso menzionare allo scopo di fugare ogni dubbio, e credo che ció interesserá tutti quelli che, come me, hanno in Akihabara la propria Mecca e sbavano all'idea di comprarsi il tanto agognato oggetto del desiderio direttamente nella sua patria di origine:
  • Anche i giochi italiani e in generale tutti quelli europei funzionano alla grande sul DS nipponico.

  • Tra le lingue che si possono impostare c'é anche l'italiano.

  • Il caricabatterie fornito con la confezione é inutilizzabile al di fuori del Giappone perché, oltre ad avere lo spinotto completamente incompatibile con le prese nostrane, funziona solo a 110V. Ció significa che non puó alimentarsi a piú di 110V alla volta, e di conseguenza se (dopo averci messo un adattatore) lo collegate a una presa italiana il vostro DS non si ricaricherá. Tuttavia é semplicissimo ovviare a questo inconveniente: il Nintendo é programmato per funzionare con qualunque tipo di voltaggio, che siano i 110V giapponesi o i 220V italiani, pertanto basta cambiare il caricabatterie sostituendolo con uno comprato in Italia. Ne vendono a cifre davvero irrisorie, quello che abbiamo preso noi l'abbiamo pagato 9€!
  • Non c'entra nulla con il suo uso nel Belpaese, ma é interessante anche sapere quanto l'abbiamo pagato da Yodobashi Camera, e cioé ¥16800 (circa 100€ al cambio attuale); peró, ad esempio nei Book Off, si puó trovare anche usato tenuto come se fosse nuovo ad un prezzo che varia tra i ¥10000 e i ¥13000 circa. In Italia invece costa 149.90€, e da qui si evince che comprarlo lá sia molto piú conveniente. L'unica pecca é che, come si puó facilmente immaginare, la garanzia non sará piú valida una volta usciti dal Giappone.

Malgrado non sia questo il problema principale che impedisce al DS di ricaricarsi al di fuori del Giappone, per farsi un'idea della differenza esistente anche a livello esteriore rispetto ad un caricabatterie italiano posto una foto di come si presenta lo spinotto di quello giapponese:

Bene, e con questo credo di aver chiarito ogni dubbio tecnico riguardante il DS...nel caso aveste altre domande, non dovete far altro che chiedere^^

lunedì 14 luglio 2008

Il mio uomo ideale giapponese.

Ebbene sí, l'ho trovato, e devo riuscire a trovare anche un suo poster da appendermi in camera. Un giorno ho visto questa pubblicitá luminosa in metropolitana (fate click QUI per vederla interamente) e ne sono rimasta folgorata, guardate il volto di questo simpatico tracagnotto che reclamizza un negozio di abbigliamento per taglie forti (udite udite, esistono anche in Giappone). Io trovo che sia spettacolare, semplicemente adorabile...troppo carinoh!!!(o kawaiiii, ditelo come vi pare)*____*

EDIT: Grazie alla segnalazione del gentilissimo Gianni, finalmente il mio uomo ideale ha un nome!! Si chiama Hidehiko Ishizuka (石塚 英彦) e, parole dello stesso Gianni, é un uomo di "peso" della tv giapponese, che si occupa di programmi dove guardacaso si parla di cibo (^o^)
Cliccare QUI per vedere un esempio delle sue performances (e notare anche l'acconciatura alla Little Tony di uno dei giocatori di baseball ospiti della trasmissione). Che dire, adesso so chi cercare su Google per trovare altre sue foto da mettere come sfondo del desktop...adoro le sue facce da cartone animato, magari esistesse un suo fan club, mi ci iscriverei seduta stante!! O al limite potrei sempre pensarci io e fondarne uno xD

EDIT 2: Ho creato un banner per piazzarlo nella colonna destra del blog...tra tutte le foto di Ish-chan che ho trovato in rete (ormai siamo entrati in confidenza, siamo già passati ai diminutivi xD), quella che ho scattato io al cartellone pubblicitario è sicuramente la più emblematica e rappresentativa del suo fascino mangoso (da "manga", non dal frutto) o animoso (da "anime") se preferite! ^__^

Vi siete alzati con la luna storta? Vi sentite apatici e svogliati, e avete passato la giornata a ringhiare contro il vostro capo che come al solito vi fa scendere il morale sotto le scarpe? La soluzione è guardare un attimo il faccione rubicondo e giulivo di Ish-chan, l'uomo-manga vivente a cui svaniscono gli occhi quando sorride, per riacquistare subito il buonumore!! ♪♫

~SPREAD THE LOVE!~

☆石塚 英彦 の ファン☆

Senza il Nintendo DS non sei nessuno...

...ma anche senza la PSP o il cellulare ipertecnologico. I giapponesi hanno una vera e propria fissa per questi tre oggetti, ormai diventati di culto, uno status symbol, e non perdono occasione per "esibirli" tirandoli fuori da borse e tasche non appena hanno un attimo di tempo, che sia in metropolitana, al ristorante, al caffé, mentre fanno la coda, mentre passeggiano per strada...e potrei andare avanti all'infinito!

Ecco qui sotto un esempio concreto di ció che dico, ovvero quattro giovani salarymen in pausa pranzo che giocano in wireless tutti allo stesso gioco contemporaneamente, Monster Hunter 2G Portable (lo so perché ci siamo appostati alle loro spalle e abbiamo buttato un occhio con nonchalance per capire che diamine stessero facendo XD)


Questa é la norma, mentre in Italia potresti essere guardato con curiositá se ti metti a smanettare con la PSP in pubblico (a meno che tu non sia un bambino, ma in Giappone i sopracitati oggetti sono prerogativa di qualsiasi fascia di etá, dagli studenti delle elementari ai pensionati). Peró ció che realmente permette ai giapponesi di capire se sei un turista, al di lá della macchina fotografica appesa al collo e della piantina della cittá che spunta dalla tasca, é il cellulare; infatti se non si ha la residenza é impossibile per un gaijin comprarne uno (e anche comprandone uno di quelli prepagati si nota subito che non é un modello raffinato e all'avanguardia come i VERI keitai denwa, provvisti di regolare contratto telefonico rilasciato solo agli abitanti). Io e mio marito ci sentivamo quasi fuori posto non avendo niente da "sfoderare" al momento opportuno, ad esempio un secondo dopo la partenza della metro, quando mezza carrozza lo estraeva quasi in sincrono e si metteva a digitare freneticamente sui tasti per giocare, mandare e-mail e chissá cos'altro. Decisamente, i giapponesi sono telefonino-dipendenti, e ci credo, con i modelli strafighi che si ritrovano...se magari l'ultimo uscito in Italia vi piace e pensate che sia il cellu piú bello che abbiate mai visto, allora non guardate MAI quelli giapponesi, perché qualsiasi loro modello é nettamente migliore, sia esteticamente che funzionalmente, e rischiereste di soffrire inutilmente innamorandovene a prima vista! Infatti, quand'anche riusciste a procurarvene uno, purtroppo risulterá inutilizzabile in quasi tutto il resto del mondo, perché usano sistemi diversi di telefonia mobile (ad esempio lá non esiste il GSM).

Insomma, per ovviare a questa nostra mancanza e per sentirci meno gaijin (un mero pretesto per giustificare una spesa ineluttabile dettata unicamente da un puro consumismo sfrenato) abbiamo ripiegato sul Nintendo DS, comprandone uno bianco che fra l'altro, come tutte le apparecchiature elettroniche, in Giappone costa molto meno (l'abbiamo pagato circa 50€ in meno del prezzo italiano). A differenza di quanto ci si poteva aspettare, i colori in cui era venduto lá erano circa gli stessi di quelli del mercato nostrano; la cosa é strana perché ad esempio la PSP era onnipresente in tutte le tinte e sfumature possibili, addirittura lilla, mentre qui quasi si fa fatica a trovarla anche solo bianca! Qui sotto si possono ammirare i sette colori in cui viene venduta:

Cosí, alla fine ci siamo dovuti "accontentare" di un DS normale (beh non che fossero a corto di colori, la scelta era fra 6 tonalitá differenti, ma poco eclatanti), senza poterne comprare una versione "pittoresca" da esibire a mo' di trofeo introvabile nel barbaro mondo occidentale. Il primo giochino che mi sono presa é un software utile per imparare a scrivere i kanji in bella calligrafia, venduto con l'apposita penna speciale, seguiti a ruota da altri due di mio marito (Super Mario Bros. e Final Fantasy Tactics A2).
Eccolo qui in tutta la sua maestosa bellezza con la sua custodina e il gioco di calligrafia di cui parlavo:


Il gioco é carino, ti permette di imparare con semplicitá l'ordine dei tratti da seguire per scrivere ogni kanji, dandoti poi un giudizio finale sul lavoro eseguito (credo che prendere 100/100 sia impossibile anche per un madrelingua esperto in calligrafia XD). L'unica "pecca" é che, come é facile immaginare dal nome, serve solo per esercitarsi in bella grafia, e quindi la pronuncia dei kanji da scrivere non é riportata, dettaglio che invece sarebbe utile per imparare anche come si leggono...ma ció é ovvio se si pensa che é un gioco creato per giapponesi dando per scontato che giá sappiano leggerli^^;
Comunque, il Nintendo non é l'unico sfizio tecnologico che ci siamo tolti durante questa vacanza...illustreró gli altri succosi acquisti nei prossimi post, stay tuned!^^

venerdì 11 luglio 2008

Il 7Eleven e i suoi fratelli.

Durante i nostri pellegrinaggi giapponesi ci siamo imbattuti di frequente nei konbini (d'altra parte é impossibile non incontrarne, sono disseminati praticamente OVUNQUE). Ma che cos'é esattamente un konbini?

La parola konbini , che si puó scrivere anche kombini, conbini o combini, é la contrazione del termine inglese Convenience Store (non dimentichiamoci infatti che i giappi adorano storpiare ed abbreviare le parole straniere! Ne sentono proprio l'esigenza, é piú forte di loro). Questi negozi non sono altro che dei minimarket dai prezzi davvero convenienti, come dice il nome (infatti con l'equivalente di 10 € ci compri davvero parecchie cose); sono aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ed al loro interno é possibile trovare pressoché di tutto, dalle bevande al dentifricio, dai gelati alla birra, dagli snack alle mutande e biancheria varia, dai prodotti per il make-up alle riviste, dai piatti pronti ai manga, dai medicinali alle ricariche per il cellulare, e offrono inoltre anche diversi servizi, come ad esempio quello di poter fare delle fotocopie o stampare fotografie e molto altro ancora.
La loro capillaritá li rende un punto di riferimento sicuro ed affidabile, poiché dovunque andrai sai che potrai sempre imbatterti in un rassicurante konbini! Si muore di caldo e ti si sono scaricate le pile del telecomando del condizionatore, ma é troppo tardi per andare a comprarle? Hai un buco allo stomaco, in casa non ci sono snack gustosi da mangiare ed é l'una di notte? Provi un irresistibile desiderio di comprarti l'ultimo numero di quel manga che ti piace tanto ma é giá tutto chiuso? Hai finito gli assorbenti/il sapone/il burrocacao/la lozione idratante/il mascara? Hai dimenticato di fare le fotocopie della relazione per domani, oppure di stampare quella foto tanto bella di te e del tuo lui? Niente paura, si va nel konbini sotto casa (sono cosí diffusi che praticamente ogni giapponese ne ha uno sotto casa), a qualsiasi ora! Insomma sono un'ancora di salvezza, quasi come un'oasi nel deserto, ed é inutile dire che mi mancano da morire adesso che sono tornata in patria (T__T)

Riassumendo, oltre al cibo, agli oggetti per l'igiene personale e alle riviste, alcuni dei servizi che vi si possono trovare sono:
  • Ricarica della batteria del cellulare (se siete lontani da casa e dovete fare una telefonata urgente ma il vostro cellulare é morto, qui troverete la soluzione!)
  • Fare fotocopie/stampare foto/inviare fax;
  • Ritirare denaro allo sportello come nei Bancomat;
  • Acquistare tessere telefoniche per le chiamate nazionali e internazionali;
  • Comprare un cellulare prepagato (se siete gaijin turisti occorre fornire l'indirizzo di residenza giapponese, va bene anche quello dell'albergo);
  • Scaldare in loco le pietanze comprate (un forno a microonde o una piastra elettrica sono infatti sempre presenti dietro al bancone);
  • Comprare sigarette;
  • Trovare videogiochi e CD musicali o addirittura scaricare giochi per il Nintendo su un'apposita scheda (lá il Nintendo DS é quasi un'istituzione, chiunque ne possiede uno).
Esistono molte catene di konbini (in totale, i negozi presenti su tutto il territorio nazionale sarebbero piú di 50,000, e il dato é in continuo aumento); il piú famoso e diffuso é il 7Eleven (nella sola Tokyo ce ne sarebbero 1,577, secondo le stime ufficiali), seguono il Lawson (il cui numero di stores a Tokyo è 896) e il Family Mart. Ce ne sono poi innumerevoli altri, come AmPm, SunKus, MiniStop (clicca QUI per il link del sito in inglese), CircleK, SaveOn, Newdays etc...abbiamo cercato di fotografarli tutti, ma l'impresa é fallita perché alcuni sono davvero rari e non li abbiamo trovati^^;

Questo é un 7Eleven ad Ikebukuro (cliccate sulle foto per ingrandirle);

Un Lawson, sempre ad Ikebukuro, con tanto di "fauna" giapponese tipica: notare infatti i due gyaru boys dai capelli decolorati davanti allo store^^

Un Family Mart, ad Ikebukuro;

Un AmPm, a Shiba;

Un SunKus, ad Ikebukuro;

Un Newdays, ad Akihabara;

Un MiniStop, a Shinjuku (l'unico di questa catena che abbiamo visto).

Ed ecco invece come si presenta un konbini al suo interno (aguzzate l'occhio e nella prima foto intravedrete il bakamarito nascosto tra gli scaffali):

Il reparto dei gelati, un sollievo nelle torride giornate estive tokyensi...

Parlando delle bevande, va detto che ce ne sono davvero per tutti i gusti: latte alla fragola, alla pesca, all'albicocca e a mille altri frutti diversi, creme di mais, succhi di verdura e frutta, millecinquecento tipi di té, duemila tipi di caffé, cappuccino e caffellatte (caffé con cioccolato, decaffeinato, extra tostato, latte al caramello, alla cannella, alla nocciola, con la panna, al limone e chi piú ne ha piú ne metta!!)

Ecco la sezione dedicata a manga e magazine, dove si puó notare anche la fotocopiatrice di fianco al salaryman in pausa pranzo che si "legge" beato una rivista porno, mentre sotto vediamo articoli di cancelleria e per l'igiene personale (si possono trovare anche dei biglietti di auguri per tutte le occasioni);

Per incontrare le esigenze di chi ha poco tempo, nei frigoriferi si trova ogni tipo di cibo precucinato e confezionato impeccabilmente, sia in versione o-bento (vassoi con un assortimento di pietanze) sia in versione mono, come ad esempio onigiri, panini, sushi etc, come si puó vedere qui sotto:

Per concludere, alcuni esempi di gustose schifezzuole: lo snack di Naruto, i mitici Pocky, i Toppo et similia.

martedì 1 luglio 2008

Cosplay e gente folle ad Harajuku.

Finalmente Sabato scorso, il 28 di Giugno, non ha piovuto (anche se minacciava di farlo da un momento all'altro) e siamo potuti andare ad Harajuku a vedere il cosplay, che si tiene ogni fine settimana. Morivo dalla voglia di sincerarmi coi miei occhi di quello che finora avevo visto soltanto in foto in Internet o sui libri, e lo spettacolo è stato tutto tranne che deludente, anche se purtroppo non c'erano molti cosplayers a causa del tempo incerto.
Harajuku è forse il quartiere piú giovane e vivace di Tokyo, ed è anche quello dove si incontrano meno salary men in giacca e cravatta; qui la gente si veste in modo informale ed appariscente e il clima che si respira é rilassato e piacevole, pur mantenendo vitalitá e freschezza. Fra l'altro abbiamo anche beccato per caso un concerto di Ayumi Hamasaki, e ci siamo infiltrati per comprare qualche gadget esclusivo, ma di questo parleró in un prossimo post^^
Questi eccentrici ragazzi adorano farsi fotografare, sono lí proprio per mettersi in mostra e dare sfogo al proprio alter-ego estroso e bizzarro. Non c'é nessun fine di lucro, é solo una passione sfrenata ed un puro e sano spirito di esibizionismo ció che li spinge a crearsi con le proprie mani i costumi impiegando ore e ore di lavoro e impegno, oppure a spendere le paghe del part-time nei negozi dedicati a questo tema; per essere veri cosplayers bisogna quasi essere anche un pó attori, perché bisogna entrare completamente nella parte, interpretando al meglio anche il carattere e le movenze del personaggio preferito o dello stile che si é scelto di seguire. Per lo piú si tratta di ragazzi che durante la settimana sono normalissimi studenti o commessi che solo nel weekend possono esternare il loro vero "io", in una societá che nella vita di tutti i giorni non lo rende possibile data la tendenza a premiare l'individuo solo se non spicca dal gruppo e se si uniforma integrandosi al resto della massa (concetto che in Giappone é molto sentito).
Ecco una carrellata dei cosplayers presenti Sabato scorso (cliccare sulle foto per ingrandirle):

Due lolite occidentali...stranisce un pó vederne in mezzo a tutti gli altri cosplayers dagli occhi a mandorla^^

Qui invece il gruppo quasi al gran completo (ne mancavano quattro o cinque).


Ancora il gruppo, ma qui si puó notare il cartello "Free Hugs"^^

Una lolita in rosa curatissima in ogni dettaglio fotografata mentre si stava allontanando dal gruppo.


Ad Harajuku é impossibile annoiarsi...difatti non mancano neanche i pazzoidi(^_^;) Ecco qui un breve filmato di un ragazzo che dava spettacolo esibendosi in assurde "performances"...sembrava fatto (e magari lo era)! Nessuno capiva quello che faceva, credo nemmeno lui stesso, ma ció che è certo è che riusciva a strappare una risata!