domenica 19 luglio 2009

Mostri kanjiformi - astenersi menti impressionabili.

Fra le cose che più mi mandano in sollucchero annovero i kanji, il cui studio, si sa, rappresenta uno scoglio notevole. Rimpiango i bei tempi andati in cui ero ingenuamente convinta che quello con il maggior numero di tratti, in questo caso 22, fosse , odoro(ku), ossia meravigliarsi. Anche a voler essere pessimista, credevo che al di sopra dei 30 non ne esistessero, soprattutto perchè un comune dizionario cartaceo difficilmente riporta quelli che superano i 25, probabilmente a causa del fatto che non sono né pratici a livello di scrittura, né di uso abituale.
Ebbene, mi sbagliavo. Il fatto che non siano sul dizionario non significa necessariamente che non esistano, anche se è discutibile che possano essere riconosciuti come kanji realmente utilizzabili dalla popolazione.


Intanto iniziamo con calma elencandone qualcuno che si aggira sui 30 tratti, giusto per abituarsi all'idea (fonte: KanjiDB)
(ライ、り、レイ)Rei, RiRigogolo cinese (uccello cantatore dal becco forte e piumaggio giallo con ali e coda nere, della famiglia degli Oriolidi). Undici dei trenta tratti totali compongono il radicale di volatile , appunto.

(らん)RanUccello mitologico della Cina (pronuncia cinese: Luan). Composto da 30 tratti, anche qui è ben visibile il radicale (tori).

Quest'altro è un kanji di uso abbastanza comune, costituito da 29 tratti di cui 4 nel radicale (ki – albero). Indica la parola depressione (うつ – Utsu).


Alcuni di questi suggestivi kanji, poi, sono composti dal radicale moltiplicato dalle due alle quattro volte consecutive, come (kumo – nuvola), (kaze – vento) o (hayashi – foresta). Un esempio significativo potrebbe essere kashimashii しい, formato dal radicale (onna - donna), ripetuto tre volte. Mettete insieme tre allegre comari che ciozzano (espressione dialettale delle mie parti, lett. Interagire chiassosamente in modo amichevole) e ne avrete il significato, ovvero “rumoroso, chiassoso”.

Esempi di kanji ottenuti da radicali o altri ideogrammi ripetuti:
(ショウ – とどろ) Shō / TodoroGruppo di cavalli. Formato da 30 tratti e dal radicale (uma), cavallo.


(ゲン , みなもと) Gen / MinamotoSorgente, fonte. Composto da 30 tratti, il radicale è (scogliera). Fortunatamente di solito si utilizza il singolo kanji, , la cui chiave è però (mizu), acqua. Significato e pronuncia, sia per il mostro che per quello semplificato, non cambiano.




(おそれる、ソウ、 トウ ) Osoreru / Sō, TōVolo del dragone / dragone in movimento. Significato vagamente astruso per questa piccola meraviglia da 32 gloriosi tratti, 16 per ciascun radicale (tatsu), drago.

Ne esiste anche una variante in cui la suddetta chiave è ripetuta 4 volte, per un totale di 64 tratti, che potete ammirare qui sotto. Il senso, stavolta, è però completamente diverso: infatti si può tradurre con “moltitudine di parole” (てつ – tetsu), una specie di blablabla. Mah.




Ok, il prossimo è decisamente spaventevole: (おういちざ、おおいちざ) – Ōichiza, conta ben 79 allucinanti tratti, disposti in un modo ancor più allucinante. Eccolo in tutta la sua magnificenza:



E' talmente strambo che potrebbe sembrare tranquillamente uno scherzo. Secondo quanto asserito QUI, questo assurdo agglomerato di kanji è stato inventato da un commediografo del periodo Edo e compare in un qualche testo parodistico dell'epoca. Riporto quanto indicatomi da Tonari, che ringrazio sinceramente per avermi aiutato a comprenderne l'oscuro significato: il kanji centrale è 吐く (haku – vomitare), mentre quelli attorno richiamano l'immagine degli astanti (客 kyaku – visitatore, avventore; 敵 teki – nemico, avversario). Quindi, il tutto è traducibile con "vomitare in mezzo a una moltitudine di persone". Pittoresco, non c'è che dire.


Rullino i tamburi, è giunto il momento di decretare il vincitore assoluto: l'incredibilmente maestoso Taito, da ben 84 impossibili tratti.



Si può trovare anche scritto con una diversa disposizione dei caratteri che lo compongono:


Questo affascinante e alquanto inverosimile kokuji è costituito da un triplo (kumo), nuvola, e da un triplo (tatsu), drago; pare voglia dire “l'aspetto di un dragone in volo”. Le sue pronunce sono おとど otodo, たいと taito, e だいと daito.

Per “kokuji” (国字Carattere nazionale) si intendono quei kanji inventati in Giappone il cui uso è ivi circoscritto. Sono conosciuti anche come wasei kanji 和製漢字, ovvero “caratteri cinesi creati in Giappone”.
Comunque, pure questo sembra provenga dalla mente malata del medesimo commediografo di cui accennavo prima, anche se la sua reale origine rimane tuttavia incerta: sono tanto sconcertanti quanto misteriosi e leggendari. Credo che non compaiano praticamente in nessun dizionario e suppongo siano noti ad una fetta sostanzialmente esigua della popolazione giapponese. Grazie al cielo.



Biáng, the Giant Monster

Per finire, qualche curiosità. L'assolutamente pazzesco sgorbio qua sopra, composto da 57 tratti, è l'ideogramma più complesso attualmente adoperato in Cina. Poiché non è rintracciabile in nessun dizionario e il suono biáng non esiste nel mandarino standard, lo si classifica come un carattere dialettale, il cui uso è limitato alla provincia dello Shaanxi, dove identifica un tipo di noodles, i Biáng Biáng Noodles (fonte: Santa Wikipedia.)

Se poi siete curiosi come scimmie, QUI troverete pane per i vostri denti, con una selezione di 22 fra i più strani e contorti hanzi mai apparsi nella Terra di Mezzo (tra cui ovviamente figura anche il nostro Biáng). Essi esistono, o per lo meno sono esistiti, e basti sapere che, come molti dei kanji visti finora, sono talmente complicati che la loro scrittura non è possibile mediante l'uso del computer. La cosa è inquietante, e mi fa venire voglia di studiare pure il cinese (ma anche no xD)

6 commenti:

Maritozzo ha detto...

Mamma mia, mi sta passando la voglia di studiare per il Noryoku...ommioddio! SPQJ 4 EVER
(e questa la capiamo solamente noi! XD)

歩夢 ha detto...

Che coincidenza, ho imparato proprio oggi il kanji di depressione 鬱.
Quando incontro questi "mostri" mi rendo conto quanto devo ad Heisig.

Salvatore Cosentino ha detto...

Oh mamma...
Non pare di avere mai cose così complicate da quando sono qui...
ancora io lavoro sui kanji di JLPT3 e 4....

Tonari ha detto...

Per quello che riguarda "ouichiza" Secondo questo sito
http://seki.sblo.jp/article/1821834.html

vuol dire "vomitare in mezzo a una moltitudine di persone" =D
E in effetti il kanji centrale è quello di vomitare, mentre quelli attorno richiamano l'immagine di altre persone (客:visitatore, avventore; 敵:nemico, avversario).

In realtà è tutta scena, gli ideogrammi che compongono il carattere finale sono comunissimi e si imparano abbastanza presto, poi basta ricordare la disposizione. In ogni caso non lo userete mai =D

Maru ha detto...

non si finisce mai di imparare kanji ù__ù
ma quello più impressionante è l'ultimo, quello cinese, OMG!

Noemi ha detto...

Mi sa tanto che neanche i giapponesi sanno scriverli °_°