martedì 25 marzo 2008

Nozioni base di giapponese 2 - I pronomi personali

In questa tabella ho cercato di riassumere tutti i pronomi personali giapponesi, e come avrete giá notato ne esiste una gran varietá. E' importante usarli con coscienza per non risultare maleducati e fare brutte figure!
Usarne uno piuttosto che un altro serve a sottolineare la classe sociale di chi parla e/o di colui al quale ci si rivolge oppure il grado di confidenza che si ha con l'interlocutore. Sono sfumature che per noi non hanno molta importanza, dato che spesso sono intraducibili; peró, se ad esempio leggete manga o guardate anime in lingua originale, noterete come l'uso dei pronomi da parte dei personaggi aggiunga molto alla loro personalitá e contribuisca parecchio alla caratterizzazione.
Inoltre ricordate che spesso i pronomi personali vengono omessi, come accade frequentemente anche in italiano; anzi, ripetere troppo i pronomi personali risulta fastidioso e maleducato alle orecchie di un giapponese. Ci vuole la giusta misura ;-)

Tabella pronomi personali

Precisazioni sui pronomi di prima persona

Il pronome piú comune in assoluto é "Watashi", ed é anche quello che dovrete usare per andare sul sicuro. "Watakushi" è estremamente formale ed educato, ed é quasi caduto in disuso, per cui non é indispensabile ricordarne l'esistenza. Invece vi imbatterete spessissimo in "Boku" e "Atashi": sono due modi per dire "Io" usati rispettivamente dai ragazzi e dalle ragazze esclusivamente in ambito familiare e tra amici. Non vanno usati verso persone a cui si deve portare rispetto, ad esempio un datore di lavoro o un insegnante. In questi casi é preferibile optare per il solito "Watashi".
Ore viene usato solo da uomini ed é informale e piuttosto irrispettoso. E' spesso presente nei Manga o negli Anime, e di solito ne fanno largo uso quei tipici personaggi sbruffoni e pieni di sé (il primo nome che mi salta alla mente adesso é quello di Ryo Saeba di City Hunter xD). Altre forme meno usate sono Sessha (che indica modestia), Atai (usato da persone di basso ceto sociale e dalle bambine) e Washi (usato solo da persone piuttosto anziane, o che hanno comunque superato la cinquantina.)

Precisazioni sui pronomi di seconda persona

In questo caso, il pronome piú usato é "Anata". E' scritto in kanji in due modi, a seconda che ne faccia uso un uomo o una donna. "Kimi" è usato dai maschi anche in senso affettuoso, di solito verso le loro fidanzate. Molto comuni in Manga e Anime sono poi "Omae" ed "Anta"; il primo è usato dai ragazzi mentre il secondo dalle ragazze, e sono forme molto colloquiali, da usare solo parlando tra amici o in famiglia. Per le ragazze, che di solito hanno un modo di parlare più educato, usare "Anta" rivolto a qualcuno è piuttosto dispregiativo.
Un discorso a parte meritano "Temee" e "Kisama" poiché si tratta di due veri e propri insulti. Il primo è un po' più blando, il secondo invece è piuttosto pesante ("Kisama", infatti, viene a volte tradotto con "bastardo"). Li ho messi giusto perché lo sappiate, e che non vi venga in mente di usarli per nessuna ragione! xD
Meno comuni sono poi "Onore" e "Onushi", due forme arcaiche ormai poco usate, di cui la prima ha assunto una sfumatura offensiva.
Comunque, se dovete rivolgervi a qualcuno portando rispetto, non usate nessuno di questi pronomi, neanche "Anata". E' preferibile usare al suo posto il nome proprio della persona oppure il titolo professionale (Sensei, Senpai, etc), i suffissi di cortesia (XXX-san, XXX-sama etc.) e coniugare i verbi alla loro forma onorifica.

Precisazioni sui pronomi di terza persona

I pronomi di Terza persona si usano raramente. Al loro posto si preferisce usare il nome dell'interessato, oppure, se non lo si conosce, "Kono hito/kata", "Sono hito/kata", "Ano hito/kata" (lett. questa persona, quella persona.) Kare e Kanojo sono molto usati anche per indicare il fidanzato o la fidanzata, come se si dicesse: "il tuo LUI", "la tua LEI".
"Aitsu" e "Yatsu" sono molto informali, e spesso possono suonare dispregiativi. Altri due da non usare in nessun caso! xD
Per dire "esso", invece, non si ha una parola specifica, bensí si usano i pronomi dimostrativi "kore", "sore" e "are" (rispettivamente: questo, codesto, quello) che vedremo meglio in seguito.

Precisazioni sul plurale: Noi, Voi, Essi

Ottenere il plurale di un pronome é piuttosto semplice. Basta infatti aggiungere il suffisso -tachi dopo il pronome in questione.
Per "Anata" é frequente l'uso di -gata ("Anata-gata"), una forma più cortese. Per Kare, invece, spesso si usa -ra, ottenendo cosí "Karera" (la particella -ra rende il pronome piú informale e pertanto é consigliabile usarlo solo tra amici e familiari.)
N.B. Il suffisso -tachi é lo stesso che viene usato per formare il plurale dei nomi comuni o propri di persona. Esempi: "Kodomo-tachi" (bambini) "Onna-tachi" (donne) "Otoko-tachi" (uomini) etc.


Ok, abbiamo finito per oggi. E' un argomento piuttosto impegnativo, ma é fondamentale impararlo bene: i giapponesi tengono molto all'etichetta e sbagliare ad usare un pronome in una situazione formale puó essere molto imbarazzante!^^

domenica 23 marzo 2008

Nozioni base di giapponese 1 - Introduzione alle posposizioni

La struttura della frase giapponese assomiglia di piú a quella latina che a quella italiana. Gli elementi al suo interno sono disposti in quest'ordine:

SOGGETTO-COMPLEMENTO-VERBO

E' quindi una struttura di tipo SOV (Soggetto-Oggetto-Verbo) piuttosto che di tipo SVO, a cui siamo abituati.
A caratterizzare la frase giapponese é poi l'uso di particelle "pospositive" (cioé poste dopo la parola alla quale si riferiscono) che determinano la funzione che quella parola svolge all'interno della frase.
  • HA (は) pronunciata "UA", é la particella dell'argomento, spesso utilizzata per designare il soggetto all'interno della frase.
  • GA (が) indica il soggetto. Il suo uso é obbligatorio con il verbo potenziale e nelle frasi relative.
  • WO (を) pronunciata "UO", ma con la U che si sente appena (piú simile a "O"), é la particella che indica il complemento oggetto; posto dopo un sostantivo, indica che quel sostantivo assume valore di complemento oggetto. Puó servire inoltre per indicare il complemento di moto per luogo (passa di qua l'autobus?)
  • KA (か) é la particella interrogativa che si pone dopo il verbo, cioé alla fine della frase, per formulare una domanda. Il punto interrogativo volendo si puó anche omettere, in quanto basta che sia presente questa particella per chiarire che si tratta di una domanda.
  • NI (に) si puó tradurre a seconda dei casi come "in", "a" ed ha molti usi, ma generalmente é la particella usata sia per rendere il complemento di moto a luogo (vado a/in...) che quello di stato in luogo (sto in/a...) Inoltre, indica il complemento di termine (a chi/a che cosa?) e il complemento di tempo (parto Domenica.)
  • NO (の) indica l'aggettivo possessivo e il complemento di specificazione (traducibile con di/del.)
  • E (へ) pronunciato "e" nonostante si usi la sillaba "he" per scriverlo, indica il complemento di moto a luogo evidenziando la direzione (vado a Tokyo).
  • DE (で) indica il complemento di stato in luogo, il complemento di mezzo (vado a lavorare con/per mezzo de la macchina) e il complemento di prezzo (l'ho comprato per 100 Yen.)
  • TO (と) ha funzione di congiunzione, e svolge pertanto lo stesso ruolo della nostra e (studio Inglese e Matematica); indica anche il complemento di compagnia (mangio con lui.)
  • KARA (から) si puó tradurre generalmente con "da" ed é il complemento d'origine (vengo da Milano), di moto da luogo (parto dall'aereoporto di Narita) e di moto da luogo figurato (ho ricevuto una lettera da Sara.)
  • MO (も) si traduce generalmente con "anche" ed é una congiunzione (bevo anche il té); inoltre ha una funzione correlativa, e in questo caso indica di norma il nostro "sia" (sia mia sorella sia mia madre sono uscite.)
  • YA (や) ha anch'esso funzione di congiunzione ma indica che l'elenco non é completo, che sono state omesse delle parti (ho comprato pesce, carne etc.)

lunedì 17 marzo 2008

Shibuya Live Webcam

Shibuya è uno dei quartieri più dinamici di tutta Tokyo. Vi si possono trovare una gran quantitá di negozi, soprattutto di musica e di abbigliamento, e un numero imprecisato di ristoranti e Love Hotels. Non vi sará difficile incontrare giovani in tenuta da cosplayer o ragazze vestite e truccate secondo lo stile ganguro, che contribuiscono a rendere il quartiere ancor più colorato e caratteristico.
Sono riuscita a scovare questa interessantissima webcam live posizionata sulla Koen-Dori, una delle maggiori vie dello shopping di Shibuya, ed é particolarmente godibile perché i tasti posizionati sotto di essa permettono di muoverla a piacimento...buona visione!

domenica 16 marzo 2008

Il Nihongo Nōryoku Shiken

L' NNS - (NIHONGO NOURYOKU SHIKEN) o JAPANESE LANGUAGE PROFICIENCY TEST (JLPT) é l'unico diploma che viene riconosciuto a livello internazionale come certificato di conoscenza della lingua giapponese da parte di non madrelingua giapponesi, ideato nel 1984 dalla Japan Foundation. Il referente per l'organizzazione del test all'interno del Giappone è l'AIEJ - Association of International Education, Japan. In Italia l'esame è amministrato dal Comitato Amministrativo per il Proficiency Test di Lingua Giapponese attraverso gli uffici dell'Istituto Giapponese di Cultura.

L'esame è strutturato su quattro livelli, con difficoltà crescente a partire dal livello quarto (elementare) fino al primo (avanzato). Il livello elementare richiede la conoscenza di circa 100 caratteri e 800 parole, della grammatica di base e la capacità di sostenere una conversazione semplice, mentre il livello avanzato prevede un'ottima padronanza grammaticale e disinvoltura nell'utilizzo della lingua parlata e la conoscenza di almeno 2000 caratteri e 10.000 vocaboli. I candidati possono scegliere di sostenere l'esame ad un livello appropriato alle proprie capacità. Il primo livello è indispensabile per iscriversi ad una università giapponese.

Le prove d'esame sono divise in tre sezioni: scrittura e vocabolario, comprensione all'ascolto, comprensione alla lettura e grammatica. Tutte le domande sono a risposta multipla e le apposite schede vengono lette elettronicamente. Per superare la prova d'esame del primo livello è necessario ottenere almeno il 70% del massimo punteggio possibile, mentre per superare il secondo, il terzo e il quarto basta raggiungere almeno il 60%.

Esistono testi specifici per la preparazione all'esame che sono reperibili, oltre che in Giappone, anche su Internet (clicca QUI per leggere il post dedicato). E' inoltre possibile consultare i testi d'esame delle varie prove presso la biblioteca della Japan Foundation o presso Istituti e Università italiane dove si tengono corsi di giapponese. Non é necessario essere iscritti a nessuna Facoltá per tentare la prova.

L'esame si tiene una volta all'anno contemporaneamente in tutto il mondo nella prima domenica di dicembre. In Italia le sedi sono l'Istituto Giapponese di Cultura di Roma e a Milano, presso il Centro Linguistico dell'Università Commerciale 'L.Bocconi'. I partecipanti all'esame ricevono via posta alla fine di marzo il risultato della prova sostenuta.

Fonte: Informagiovani S.Lazzaro (Bologna)
Consultate la pagina Web indicata se volete avere maggiori informazioni...io tenteró questo esame, anche perché, stando a quanto ho sentito, il conseguimento dell'attestato del Nōryoku puó da solo permetterti di trovare lavoro, e poi a me interessa trasferirmi in Giappone a studiare, quindi superarlo diventa proprio indispensabile.

Japanese Candid Camera

Credo che queste candid siano ormai celeberrime sul web! La prima é la mia preferita in assoluto, ogni volta che la guardo mi sbudello dal ridere...

sabato 15 marzo 2008

Messaggi ambigui sulla metro e altri pittogrammi esilaranti

Pare che questi pittogrammi si trovino su un non ben precisato treno della metropolitana giapponese, e mi hanno colpito per la loro ambiguitá. In ordine da sinistra a destra, gli omini dovrebbero invitare a lasciare il posto a chi viaggia con un braccio ingessato, a chi tiene in braccio un bambino, alle donne incinte e alle donne incinte con una gamba ingessata. Mi sembra una spiegazione un pó forzata, ma é quella che ho trovato in rete...anche perché, osservando il tutto in sequenza da sinistra verso destra, il senso sembra proprio essere un altro (e poi io quella gamba ingessata non riesco proprio a vedercela, neanche con tutta la buona volontá)!
Comunque, GRAZIE ALLA SEGNALAZIONE DI UN UTENTE ANONIMO, MI SONO INFORMATA MEGLIO E SEMBRA CHE IN REALTA' SIA PROPRIO UNA BUFALA (ANCHE SE NON E' POSSIBILE STABILIRLO CON ASSOLUTA CERTEZZA). Mah, chi lo sa? Voi che dite, sará vero o no? In effetti anche io stento a crederlo, mi pare davvero assurdo, persino per delle menti "estrose" come quelle giapponesi...^^;

Meglio passare a qualcosa di autentico:


Attenzione alle portierate sui denti...



Ussignur...dove potrebbe mai capitarti una sfiga simile? Il Giappone pullula di cartelli talmente assurdi da sembrare fasulli, anche se in fin dei conti sono immediati, semplici ed efficaci! A parte alcuni un pó "astratti", il messaggio che trasmettono non potrebbe essere piú chiaro di cosí(^o^)


Gli ultimi due pittogrammi sono presi dal sito di Pictosan, pseudonimo di Utsumi Keiichi, che consiglio vivamente! E' tutto in giapponese, ma cliccando sui vari links anche chi non ha dimestichezza con la lingua non avrá problemi a trovare la pagina della galleria, che contiene moltissimi altri cartelli strani che l'autore ha fotografato qua e lá, in Giappone ma non solo.

Infine, questo é il "Pikutosan no hon", ovvero il "libro del signor Pittogramma", che ho avuto la fortuna di trovare a Tokyo l'anno scorso^^